Il lavatoio-abbeveratoio al laél sorge nel centro storico di Saviore dell’Adamello, in Piazza Vittorio Veneto. Ricostruito in seguito ad un incendio nel 1651, il centro di Saviore ospita ancora oggi fienili, stalle e due belle fontane in pietra, di cui una - al laél - spicca per le sue incredibili dimensioni. Granito e legno sono i materiali che caratterizzano il centro del paese, che nonostante le piccole dimensioni mantiene viva la testimonianza del mondo rurale alpino.
Il comune di Saviore è il più elevato dei paesi della Valle di Saviore, conosciuta per le sue bellezze naturali e per gli itinerari che si diramano verso il Parco dell’Adamello.
Il lavatoio Laél è da sempre luogo d’incontro, di scambi, di rapporti sociali ed economici, recante data 1867. Cronache antiche riferiscono che nella sua costruzione siano state impiegate le pietre del Castello Merlino. Nel 1698 il dosso Merlino veniva chiamato Corna Rocca e fu quasi completamente distrutto per l'erezione della nuova chiesa. Secondo la consuetudine, il castello venne dato alle fiamme dagli abitanti del paese, durante una rivolta contro i padroni per l'eccesso di crudeltà e libidini che commettevano, in particolare contro le donne. L'episodio avvenne in seguito ad un ratto compiuto durante una processione religiosa, utilizzando un passaggio segreto che partiva dal Plot de la Campana e scendeva sotto il paese, fuoriuscendo nei pressi dell'attuale canonica. Altri resti provenienti dal castello, come ad esempio monete di rame e armi da fuoco, furono rinvenuti accanto a sepolture di guerrieri con le loro spade, scavate nel terreno e ricoperte da lastre di pietra: non vi era famiglia di Saviore che non fosse rifornita di armi e spadoni, picche e scudi, alcuni probabilmente provenienti dal Castello.
Il laél è costituito da un’ampia vasca di granito divisa in due settori: quello anteriore, che funge da abbeveratoio, e quello posteriore, che serve da lavatoio ed è cinto sui tre lati da piani di lavoro di pietra. L’acqua sgorga da semplici cannelli di ferro inseriti in un pilastro a sezione rettangolare e sormontato da un capitello piramidale, sul quale è scolpita la data 1867. A completare l’opera, è presente una tettoia di legno a due spioventi, che funge da copertura e protezione del grande lavatoio.
Lo sapevi che?
La consuetudine di far marciare le donne davanti agli uomini durante le processioni - consuetudine contrariata dai sacerdoti - sembra derivare proprio come conseguenza dell’episodio del ratto di Saviore. Altri conci del castello furono impiegati nella costruzione di numerosi edifici «e molti di essi sono sparsi nelle campagne attigue, tutte seminate di rottami, di pietre battute e lavorate, di pezzi di colonne, di lapidi frantumate».